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Facebook è di nuovo sotto accusa sul tema della protezione dei dati personali degli utenti. Già coinvolto in uno scandalo precedente che riguardava sempre la privacy, il noto social network è di nuovo nella bufera, perché, secondo ciò che ha scritto il New York Times, avrebbe permesso ai produttori di smartphone di accedere ai dati di migliaia di utenti e dei loro amici virtuali. Il tutto senza richiedere un esplicito consenso.
Coinvolti nella questione sono diverse aziende, tutte produttrici di dispositivi mobili. Facebook avrebbe permesso di accedere ai dati degli utenti ad Amazon, Microsoft, Samsung ed Apple. I responsabili di Facebook hanno risposto alle accuse, affermando che l’accesso ai dati sarebbe stato dato soltanto perché si arrivasse a portare il social network sui dispositivi mobili e sugli smartphone in particolare.
Il vicepresidente di Facebook ha chiarito che i produttori di smartphone avrebbero firmato accordi, in modo da impedire l’uso delle informazioni ricavate per finalità differenti rispetto a quelle concordate.
Secondo i responsabili del social network di Mark Zuckerberg, nella prima fase della produzione dei dispositivi mobili non c’erano negozi appositamente dedicati al rilascio di applicazioni. Proprio per questo chi era interessato a portare i propri prodotti sul mobile doveva necessariamente utilizzare delle interfacce di programmazione e stringere accordi con Facebook, ma anche con altre aziende, come Google, Twitter e YouTube.
Tra l’altro i vertici del social network hanno chiarito che a partire dal 2015 c’è stata una vera e propria stretta sulla raccolta dei dati personali, anche se non hanno specificato di più sulla vicenda che coinvolge i produttori di smartphone e di tablet.