Battery Doctor: i consigli per usarlo al meglio

battery doctor
Battery Doctor sul Play Store

Uno dei problemi principali di ogni smartphone è la durata della batteria. Nonostante alcuni dispositivi costino anche diverse centinaia di euro, infatti, le batterie che hanno all’interno non sono mai molto capienti (per problemi di attuale tecnologia) e non riescono pertanto mai a durare più di un paio di giorni, senza essere caricate.

A qualcuno, un po’ per l’usura della batteria stessa, un po’ perché magari utilizza molto lo smartphone, durano un periodo ancora minore, a volte non riuscendo nemmeno ad arrivare a fine giornata.

Una soluzione che si può intraprendere e che non sia la sostituzione netta della batteria è l’ottimizzazione della stessa, e in questo articolo vogliamo analizzare in modo approfondito Battery Doctor, un’applicazione Android che consente proprio di migliorare la durata della batteria del dispositivo in diversi modi davvero utili.

Battery Doctor: come funziona

Link: scarica Battery Doctor

L’applicazione, scaricabile da Google Play, è completamente gratuita, è in italiano ed è anche molto leggera per cui può funzionare anche su smartphone piuttosto datati.

In pratica è un software che prende il controllo delle impostazioni del telefono, in alcuni casi con modifiche permesse da Android, in altri casi con modifiche non permesse che hanno quindi bisogno di modifiche ulteriori; nello specifico, è necessario il rooting del dispositivo se vogliamo usare le opzioni più avanzate come l’interruzione dei processi di sistema per risparmiare batteria.

Quando vorremo fare qualcosa, saremo avvertiti dall’app di volta in volta della necessità, appunto, dello sblocco del telefono.

La prima volta che viene avviato, Battery Doctor, ci chiede il permesso di poter modificare le impostazioni di sistema. E’ una richiesta assolutamente normale, e quindi attivando lo switch alla voce “Consenti modifica impostazioni“, potete tranquillamente concedere questo permesso all’app.

Una volta fatto questo si torna indietro, ed in basso ci mostra 3 schede principali.

Di solito gli utenti si fermano solo alla prima, che pensano sia in grado di risolvere i problemi di durata quando in realtà non è vero (e vedremo perché), mentre le altre schede forniscono possibilità spesso più utili per l’ottimizzazione.

Vediamo ogni singola scheda, ciò che riesce ad offrire e come trarre reale beneficio da questa applicazione.

Battery

La prima scheda si chiama “Battery”, e come dicevamo prima è in assoluto la funzione che gli utenti utilizzano di più.

In pratica, da questa scheda si accede sia alla funzione di ottimizzazione della batteria, che alle statistiche della stessa, che si trovano più in basso nella stessa pagina. Vediamole meglio.

La prima funzione è il Saving Mode, ovvero va ad applicare una serie di impostazioni predefinite, che consentono di preservare il più possibile la carica della batteria, senza rinuncia alle funzionalità principali del telefono.

In pratica con un singolo click è possibile massimizzare l’autonomia della batteria del telefono.

Utile quando abbiamo poca carica, oppure sappiamo che non avremo la possibilità di collegare il caricabatteria (ad esempio se siamo fuori tutto il giorno).

Anche qui vi chiederà di concedere un ulteriore permesso. Fatelo senza problemi, è del tutto normale.

Cliccando sulla voce “Optimization” invece trova e sistema in un click tutti i problemi e le impostazioni errate legate all’autonomia della batteria. Utile per dare una bella sistemata al vostro smartphone quando inizia a scaricarsi molto velocemente.

Noi onestamente vi consigliamo di non usare questa funzionalità. Serve solo a “killare” i processi attivi che consumano energia.

Ma molte app (ad es. Facebook, Whatsapp) dopo pochi secondi si aprono di nuovo automaticamente,  per poter ricevere le notifiche: in altre parole, se Whatsapp fosse chiusa definitivamente voi non potreste ricevere messaggi, per cui è chiaro che si deve riaprire nel giro di pochissimo tempo; possiamo vedere questa cosa ottimizzando nuovamente la batteria pochi minuti dopo averlo fatto la volta precedente e senza aver usato lo smartphone.

Oltre a questo Android dalla versione 6 include già un algoritmo (denominato Doze) che si occupa di killare in completa autonomia, le app che risultano inattive da parecchi minuti.

Infine le icone in basso sono i singoli toggle che potete liberamente attivare o disattivare, per gestire le funzionalità che in genere consumano più batteria, e che non sono da tenere costantemente attive.

Per questo motivo, l’ottimizzazione di queste applicazioni non è poi così utile, vista in questo modo. Anche il modo che ha l’app di capire quali sono le app più pesanti, inoltre, lascia un po’ perplessi, come si può vedere proprio utilizzando questa funzione: le modalità che vedremo tra poco, da questo punto di vista, sono molto più utili.

Nella scheda sono presenti anche altre informazioni come il tempo di carica rimanente suddiviso per attività (anche questo dai nostri test è risultato molto lontano dalla realtà, risultando sempre molto approssimativo e quindi inutile).

Queste sono la temperatura, il voltaggio e la capacità. Il voltaggio è fisso e non ci interessa, mentre la capacità è interessante da osservare in relazione alla scheda tecnica dello smartphone; se il nostro Android aveva 3000 mAh di capacità e a piena carica, secondo Battery Doctor, ne ha 2000, la batteria ha perso un bel po’ nel tempo in cui l’abbiamo utilizzata.

Per quanto riguarda poi la temperatura, consideriamo che più è alta più la batteria si deteriora: per cui via le custodie, via il telefono dalla tasca, magari spegnamolo per una decina di minuti per farla abbassare di nuovo e salvaguardarne così la vitalità. Ovviamente, niente smartphone al mare.

Carica

Questa scheda, in modo molto semplice, non serve a risparmiare la batteria quanto a salvaguardarla e allungarne la vita.

La funzione è quella di suddividere la carica in tre sezioni, ed essenzialmente va a regolare il quantitativo di energia assorbita, in questo modo:

  • Quando la carica è sotto l’80%, interrompe la funzionalità massima del processore per caricare il telefono più velocemente del solito (ma non c’entra nulla con QuickCharge);
  • Da 80 a 95%, la carica viene lasciata come di consueto;
  • Quando si raggiunge quasi il 100%, la carica viene interrotta: questo per evitare che subentri il sovraccarico, superando il 100%, e alla lunga la capacità della batteria diminuisca.

Non una funzione utile nell’immediato, quindi, ma solo nel lungo periodo.

Modalità

battery doctor profili

Questa sezzione (che si chiama proprio modalità) è la funzione più utile per allungare la vita della batteria. Scopriamola insieme perché in assoluto è quella più importante per risparmiare batteria.

In linea di massima, si vanno a creare una serie di profili il cui scopo è quello di eseguire alcuni tipi di azioni in certi momenti oppure in orari stabiliti. Possiamo scegliere che, ad esempio, quando si blocca lo schermo vengano impostate alcune regole, oppure si può far sì che queste regole vengano impostate dalle 8 di sera alle 8 della mattina, o magari dalle 8 alle 13, se siamo a scuola o al lavoro, e il cellulare non dovremmo comunque utilizzarlo.

Quando entriamo nella scheda modalità ci sono essenzialmente tre possibilità:

  • Profili batteria: si possono creare tanti profili diversi, alcuni già impostati in automatico e altri da personalizzare da soli, che permettono di scegliere quando attivare le impostazioni preferite;
  • Profilo “batteria bassa”, che è un unico profilo che si attiva automaticamente quando la batteria scende sotto il 20%;
  • Programmazione profilo, che essenzialmente è quello che dicevamo prima: attiva i profili a orari stabiliti.

Quale che sia la nostra scelta, si possono impostare una serie di caratteristiche che possono aumentare anche sensibilmente la durata della batteria; di seguito alcune regole generali per farlo, e per avere i migliori benefici che possiamo trarre da questa applicazione.

  • Disattivazione del Wi-Fi: questa connessione consuma batteria di per sé, ma consuma anche quando scarica dati di qualsiasi tipo. In ogni caso, conviene disattivarla non tanto quando abbiamo il Wi-Fi attivo, in casa, ma quando non lo abbiamo: infatti il telefono cerca continuamente una connessione, e per farlo impiega energia, anche perché la ricerca si attiva ogni 2-3 minuti; meglio disattivarlo quando siamo fuori casa e, in generale, quando lo schermo è bloccato.
  • Luminosità automatica massima: la luminosità dello schermo è ciò che maggiormente consuma la batteria del dispositivo, per cui possiamo impostare un massimo oltre la quale non può andare, anche se abbiamo la luminosità automatica. E’ utile quando usiamo il telefono al buio, quindi ad esempio la notte (e fa bene anche agli occhi), e poi quando abbiamo poca batteria: se lo schermo si illumina meno si risparmia molto.
  • Timeout dello schermo: direttamente collegato alla voce precedente, è il tempo di spegnimento del display. Più lo schermo sta acceso, ovviamente, e più batteria si consuma: impostando uno spegnimento automatico più rapido si ottiene un risparmio in termini di batteria.
  • Connessione dati: questa è difficile da disattivare perché di solito serve, ma se non abbiamo necessità di internet possiamo disattivarla (ad esempio la notte); così il telefono riceverà solo SMS e telefonate. Se abbiamo la Wi-Fi non noteremo differenze, se disattiviamo anche quella non avremo più internet sul telefono. Che non è un male…
  • Bluetooth: per il bluetooth vale quanto abbiamo detto per la connessione Wi-Fi: se non ci sono dispositivi collegati, il telefono continua a cercare “a vuoto”. Anche se abbiamo delle casse Bluetooth oppure delle cuffie, o ancora uno smartwatch, è sempre e comunque conveniente disattivare la connessione nella notte, quando comunque non si utilizza nessuno di questi accessori.
  • Vibrazione e suonerie: altra cosa che è utile, anche se non tantissimo, è la disattivazione di suoneria e vibrazione. Più che far risparmiare la batteria è utile se usiamo uno dei profili come “Scuola” che evitano che il telefono suoni: al contempo, togliere il suono (cioè una spinta meccanica dell’aria negli altoparlanti) e la vibrazione (cioè un piccolo motore elettrico) fa risparmiare batteria, anche se ci si rende conto solamente se, in generale, il telefono suona e vibra spesso.
  • GPS: il GPS è uno dei moduli del telefono che consuma più batteria in assoluto, rispetto agli altri. Questo significa che disattivandolo non avremo funzioni utili (tipo la navigazione di Google Maps), è vero, ma quando non serve non consumeremo inutilmente batteria.
  • Modalità aereo: essenzialmente toglie tutte le connessioni, telefono compreso. Può essere utile metterla se vogliamo usare il telefono durante la notte, ma in generale non è il massimo come impostazione.

Queste sono le opzioni che si possono trovare per la creazione di un nuovo profilo, a cui potremo dare anche un nome. Naturalmente, possiamo anche utilizzare i profili predefiniti, tra cui:

  • Default: chiudi tutti i processi attivi quando il telefono viene bloccato, oltre a spengere il bluetooth, bloccare la luminosità automatica al 50% e impostare lo spegnimento dello schermo dopo 30 sec di inattività.
  • Lunga Durata: ancora più restritivo perchè spnge il WiFi e imposta la luminosità automatica massima al 30%
  • Sonno: disattiva tutto apparte la sveglia, utile solamente quando dobbiamo riposare o non vogliamo essere disturbati da nessuno. In pratica corrisponde alla modalità aereo del telefono.

Da notare inoltre che queste opzioni si possono sempre e comunque modificare “al volo”, sfruttando il widget che l’app ci mette a disposizione.

Consumo

L’ultima scheda, infine, permette di vedere quanto influiscono sui consumi le singole applicazioni nell’intervallo di tempo, che di default è 24 ore, ma che possiamo anche impostare diversamente.

E’ una scheda con funzione di monitoraggio, che permette di capire quanta batteria hanno consumato le singole applicazioni; quello che possiamo fare è essenzialmente chiudere quelle che hanno consumato troppo, ma torniamo al problema di cui parlavamo nella prima sezione; le app di sistema, invece, non si possono chiudere (rooting a parte) e fondamentalmente non ci si può fare nulla, ma solo prendere atto che consumano un po’ di batteria.

In ogni caso, una scheda utile solamente per avere informazioni, ma che non migliora (in generale) la durata della batteria.

Conclusione

In base a quanto abbiamo visto, Battery Doctor è una delle migliori app per risparmiare batteria, ed effettivamente ci riesce se sappiamo come impostarla; le modalità le abbiamo viste prima, e in assoluto il consiglio migliore è quello di perdere tempo ad impostare Modalità come si deve, provare i profili per qualche giorno e vedere come ci troviamo; scopriremo che la durata della batteria migliorerà notevolmente rispetto al passato, a volte portando anche nuova vita a smartphone un po’ datati.

Unico appunto dell’app è la pubblicità: per quanto tutto sia ben sviluppato, e per quanto l’app sia gratuita, è piena di pubblicità, che potrebbe far pensare ad un’applicazione di scarsa qualità. In realtà non è affatto così e, anzi, le cose le imposta bene e funzionano, ma non esiste un’opzione per togliere la pubblicità, e bisogna imparare a conviverci, necessariamente. Infatti, molti utenti cercano versioni piratate senza pubblicità, che però spesso sono pericolose, perché contengono virus per Android: meglio evitarle, quindi, e sopportare un po’ di pubblicità all’interno dell’app.

App che, quando avremo trovato il giusto “equilibrio” nell’utilizzo, ci accorgeremo di aprire ben poco, perché farà tutto in automatico.