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In futuro, non pagheremo più in mobilità con le carte di credito. Una nuova tecnologia, completamente wireless, si sta facendo sempre più strada nel mondo tecnologico, e questa tecnologia è l’NFC, Near Field Communication. Si tratta di una tecnologia che consente di passare dati molto sensibili, come quelli della carta di credito, ai POS che troviamo in ormai tutti i negozi; la maggior parte di essi, diciamo quelli prodotti da meno di tre anni, sono compatibili con gli smartphone più recenti oltre che con le normali carte di credito.
Questo significa che è già possibile, in pratica, pagare con lo smartphone nella maggior parte dei negozi; per farlo serve un telefono compatibile, una SIM 4G con supporto NFC e un’app che supporti il pagamento NFC. Vediamo meglio il funzionamento della situazione.
La tecnologia NFC è nata non su smartphone, ma sulle carte di credito. In particolare, a supportarla erano quelle Contactless, che non sono mai state troppo utilizzate in Italia per motivi principalmente di sicurezza: la carta ci voleva comunque, e veniva avvicinata al POS invece che inserita dentro, ma di fatto il suo chip NFC trasmetteva continuamente le informazioni. E’ vero, la trasmissione avviene a 5 centimetri di distanza, ma non si sa mai.
Sui cellulari, invece, la cosa è molto più comoda: il chip che trasmette lo fa solamente quando si attiva una specifica applicazione, e in questo modo è possibile diffondere le informazioni solo in momenti specifici, ovvero quando siamo davanti al POS. Quest’ultimo tramite internet, si collega alla banca e scala dalla carta di credito i soldi che dobbiamo al negozio, che rilascerà lo scontrino fiscale.
Il primo smartphone mai presentato con questa tecnologia è stato il Samsung Nexus S, nel 2010. A ruota, poi, sono stati presentati altri telefoni compatibili con questa tecnologia, culminando con la collaborazione tra Samsung e Visa, nel Samsung Galaxy S4, nel 2013. Oggi la maggior parte degli smartphone Android supportano la tecnologia NFC.
Per funzionare con l’NFC, uno smartphone ha bisogno delle tre componenti che abbiamo visto nell’introduzione, e che adesso approfondiamo spiegando anche i motivi:
Da notare che le app compatibili con l’NFC sono solamente su Google Play, non su App Store per iPhone: iPhone ha infatti un sistema a sé stante, Apple Pay, non compatibile con nessuna delle app presenti su Google Play, ma solo con il sistema Apple. Che però sfrutta l’NFC, esattamente come i dispositivi Android; questo significa che se avevate un iPhone ma siete passati ad Android, se la SIM è NFC, potete tranquillamente utilizzarla per i pagamenti Android. Non cambia nulla, da questo punto di vista.
Di seguito andremo a vedere quali operatori telefonici italiani offrono le SIM NFC, quali i servizi accessori e anche quanto costa cambiare SIM presso quell’operatore, sia che siamo nuovi clienti, che siamo già clienti ma abbiamo una SIM che non supporta l’NFC.
Tim offre uno dei servizi NFC più completi per smartphone, mettendo a disposizione sia le SIM NFC che un’app apposita per i pagamenti NFC.
Il sistema si chiama Tim Wallet, e richiede, oltre allo smartphone NFC, l’app Tim Wallet che si scarica da Google Play.
Necessaria anche la SIM 4G TIM che si può ottenere sia diventando clienti TIM acquistando un nuovo smartphone (e la SIM viene consegnata gratuitamente, purché prima dell’acquisto si indichi che siamo interessati alla SIM NFC), oppure in alternativa possiamo richiederla in negozio. In questo caso il costo varia in base alla nostra situazione verso TIM.
La situazione offerta da Vodafone è molto simile a quella proposta da Tim, perché anche in questo caso è possibile avere tutto pronto per utilizzare il sistema. Di più, Vodafone supporta anche PayPal come conto da cui scalare i soldi, mentre TIM no (supporta solo alcune banche).
Anche in questo caso è necessario un telefono compatibile e un’app, che è Vodafone Wallet, scaricabile da Google Play.
Per quanto riguarda la SIM 4G NFC, Vodafone la mette a disposizione a tutti gli utenti che ne fanno richiesta, nei negozi fisici, per poter iniziare ad utilizzare l’NFC.
Visto che ormai sono un unico operatore, anche se la fusione necessiterà ancora di un po’ di tempo, li trattiamo insieme.
Nessuno dei due operatori offre al momento le SIM NFC, e nessuno dei due operatori ha rilasciato nessuna applicazione che permette di pagare con questa tecnologia. Anche avendo uno smartphone compatibile, per usare NFC bisogna necessariamente cambiare operatore telefonico e richiedere una nuova SIM.
L’ultimo operatore ha, invece, attiva la possibilità di avere una SIM NFC è PosteMobile, che mette a disposizione anche un sistema di pagamento che (come si può immaginare) è compatibile unicamente con il conto corrente BancoPosta.
Anche in questo caso è necessario avere uno smartphone compatibile e un’app, che è l’app Postemobile (che serve anche a controllare credito residuo, bonus ecc); se abbiamo la SIM NFC (che PosteMobile chiama SuperSIM) è possibile usare questa tecnologia.
Per fare il cambio della SIM è sufficiente recarci in un qualsiasi ufficio postale e riempire il modulo apposito per richiedere la nuova SIM.
Da notare, in conclusione, una cosa importante: se acquistiamo una SIM NFC di questi tre operatori, non siamo assolutamente obbligati ad usare le loro app: nel caso fossimo (per esempio) all’estero, o nel caso non volessimo associare il nostro conto con l’operatore telefonico, potremmo scaricare ed usare qualsiasi app compatibile con l’NFC, per pagare comodamente in mobilità; l’operatore ci da la SIM, ma non ci impone in alcun modo di non usarla con servizi diversi da Tim Wallet, Vodafone Waller e Postemobile.
Android Pay, per esempio, è l’app più diffusa al mondo che permette di utilizzare l’NFC, per cui è necessario avere una SIM NFc (quello si) ma l’operatore non conta assolutamente nulla per usare il servizio.