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In questo articolo andiamo ad occuparci di un tablet Android molto interessante. Si tratta del Pixel C, un dispositivo che sicuramente non avrete visto nei negozi visto che si tratta di un prodotto ancora non disponibile nel nostro paese, che si trova in vendita per adesso (da pochi giorni, tra l’altro) solamente in America, ma che risulta interessante principalmente per un motivo: è prodotto da Google dall’inizio alla fine, ovvero hardware e software sono progettati direttamente da lui.
Si tratta di un tablet di alta fascia, che va a competere con prodotti come iPad Air 2 di Apple, Microsoft Surface 3, Samsung Galaxy Tab S2 o Sony Xperia Tablet Z4, tutti tablet da 10 pollici e tutti di fascia alta.
Teoricamente, il fatto che il produttore del software sia anche il produttore dell’hardware è un modo per ottimizzare al meglio tutte le componenti, come del resto abbiamo visto con la superiorità, sia in senso tecnico che di aggiornamenti, in casa Apple e con i Nexus di Google rispetto ad altri dispositivi Android come i Samsung, che notoriamente impiegano qualche era geologica ad aggiornarsi…
Iniziamo a vedere, sulla carta, come si comporta questo dispositivo.
La prima cosa che spicca è che il sistema operativo è Android (cosa non scontata visto che al momento dell’annuncio doveva esserci ChromeOS, ma hanno cambiato idea in corsa) e la versione è la 6.0 Marshmallow, ed è quindi uno tra i pochi tablet ad avere già questa versione di Android e tutte le sue innovazioni fin dalla sua uscita.
Il display è da 10,2 pollici, con una proporzione strana (personalmente non l’avevo mai vista, o forse mai notata) come 1:radice di 2, ovvero 1:1,41. Comunque nulla di particolare, è un rettangolo diverso dal più classico 16:9.
La risoluzione del Pixel C è 2650×1800 pixel, per una densità di 308 ppi, quindi al di sotto della visibilità ottica, e uno schermo molto nitido e con un buon angolo di visione, il che lo rende adatto agli utilizzi più svariati. Google punta così tanto su questa caratteristica da chiamare il tablet appunto “Pixel”.
Il “cuore” è un processore NVIDIA Tegra X1 da 64 bit con GPU Maxwell, che lavora con quattro core da 1,9 Ghz ciascuno; prestazioni sulla carta inferiori rispetto a quelle di alcuni smartphone, ma il risultato nelle prove non lo da come troppo diverso in termini di potenza da un Samsung Galaxy S6 Edge Plus, merito probabilmente dell’ottimo lavoro che Google ha fatto in termini di ottimizzazione. Il tutto accompagnato da 3 GB di RAM LPDDR4.
Infine, se a qualcuno interessassero le fotocamere in un tablet, sono 8,1 Mpixel la posteriore e 2 l’anteriore, valori non altissimi ma consideriamo che si tratta di un tablet, non di uno smartphone, per cui non servono a granché. L’obiettivo della fotocamera posteriore si trova ad un angolo e non al centro del tablet.
La batteria da 34,2 Whr (considerate che uno smartphone in media ha una capienza di circa 5,50 Whr) garantisce una durata di almeno 10 ore di autonomia, che diventano 9 in navigazione Wi-Fi, per un dispositivo che difficilmente ci abbandona durante la giornata lavorativa.
Al di là di quello che ci dicono le specifiche, all’atto pratico il Pixel-C si comporta molto bene come tablet, anche se si rivolge maggiormente ad un’utenza professionale, che intende usarlo per lavorare, più che ad un’utenza amatoriale che lo usi magari per giocare. In questo ultimo senso un po’ di potenza manca, e il tablet tende a surriscaldare.
Per l’utilizzo professionale, invece, si nota come le app su Google Play certo non manchino, tra cui le applicazioni Office che risultano ottimali per l’utilizzo con questo tablet; Pixel C supporta anche una tastiera, venduta a parte (ma la vedremo meglio tra poco) ed ha il supporto ai mouse Bluetooth, per cui se vogliamo diventa un piccolo computer portatile.
Mancano purtroppo delle modalità essenziali per un utilizzo di questo tipo, come la funzionalità split-screen e la visualizzazione a finestra che sarebbero molto utili per il lavoro. Tuttavia Google ha fatto sapere che verranno aggiunte con i prossimi aggiornamenti, per cui probabilmente quando arriverà in Italia ci saranno.
E parlando di tastiera, bisogna aggiungere una cosa: la tastiera prodotta da Google e il Pixel C sono come il cacio e i maccheroni, si completano a vicenda, e anzi il tablet appare un po’ povero senza la tastiera; peccato che sia venduta a parte.
È semplicemente un connubio perfetto: la tastiera non si ricarica per conto proprio ma “ruba” energia dalla batteria del tablet. L’aggancio è magnetico tramite un piccolo pannello che permette di tenere sia il tablet inclinato a 60° circa, rispetto alla tastiera, sia nella stessa direzione, nel qual caso la tastiera risulta un “prolungamento” del tablet; possiamo così trovare il modo migliore per utilizzarlo in ogni situazione, anche tenendolo sulle gambe, lasciando però tutto lo schermo libero per poter vedere che cosa stiamo facendo.
Insomma, Android a parte diventa un vero e proprio computer.
Peccato solamente per il fatto che la tastiera sia venduta a parte, perché senza di essa il Pixel C perde gran parte della sua funzione professionale, e questa mossa di marketing sembra un po’ “fatta apposta” per spingere gli utenti per spendere ancora di più (insomma, come Apple e il suo iPad Pro) rispetto ad altri tablet che invece la includono, se l’utilizzo è quello.
Allo stato attuale delle cose, bisogna ammettere che il Pixel C nonostante la qualità risulta ancora ovviamente un tablet piuttosto acerbo.
La qualità nella costruzione c’è tutta, Android 6.0 è una gradita novità e l’implementazione con gli accessori (a parte la tastiera pensiamo al mouse) lo rende, almeno in partenza, un ottimo tablet, migliore sicuramente di iPad Pro (che costa un sacco di più) o di iPad Air 2 (che manca di questa implementazione ed ha un sistema meno versatile).
Rispetto ad altri tablet Android come i Samsung da 10 pollici o lo Xperia 4 Tablet se la gioca abbastanza, in particolare con quest’ultimo, anche se risulta un po’ meno potente ed è inferiore rispetto allo Xperia pur essendo più performante in termini di carica.
Ma tutto questo può dipendere dal fatto che Sony e Samsung hanno da tempo capito ciò che gli utenti cercano, basta guardare l’introduzione dello Split-Screen nei Galaxy o l’impermeabilità dello Xperia che lo rende adatto alle situazioni più particolari; Google, in questo, deve ancore fare strada e sicuramente questo Pixel C, se a discapito del prezzo otterrà il successo che merita, saprà migliorarsi in tutti questi punti.
Per quanto riguarda infine il confronto con il Surface… Beh, qui siamo sempre un gradino inferiore.
Windows 10 ha i software dalla sua parte, al di là delle specifiche tecniche, e se un’utenza professionale, quella vera, ha bisogno di usare (dico a caso) Photoshop completo, AutoCad, Microsoft Access, editor HTML avanzati, software di progettazione grafica o gli immancabili programmi aziendali… Beh, Android non sa dare queste risposte. Windows, magari sudando un po’ sul tablet, ce la fa.
In ogni caso, un lavoro interessante quello di Google, da tener ben presente (quando arriverà anche qui) nella scelta del tablet migliore per le nostre necessità. Restate connessi per una recensione completa e più dettagliata di Pixel C.