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La notizia che circola in rete ormai da diversi mesi è quella che riguarda il Blackbarry, che passa (più o meno) definitivamente al sistema operativo Android. Per qualcuno una notizia di poco conto, per altri una vera e propria svolta: cerchiamo di capire che significato possa avere questo, a tutti gli effetti storico, cambiamento nel mercato degli smartphone.
Chi ha iniziato ad interessarsi al mercato dei cellulari solo quando è uscito l’iPhone 4, quindi a ridosso del 2010, sicuramente non capisce perché tutta questa attenzione verso il mondo BlackBerry, i cui dispositivi vediamo in un angolo triste, tutti soli, ad oggi, dei negozi di elettronica.
In realtà, se oggi possiamo leggere e rispondere alle mail da cellulare o possiamo inviare SMS passando da internet, senza utilizzare i messaggi normali, con applicazioni come Whatsapp, questo in parte è anche merito di BlackBarry, che è stato il primo ad inventare questi sistemi di comunicazione.
D’accordo, Whatsapp che ha da poco raggiunto il miliardo di utenti è sicuramente più famoso, ma qualche anno fa erano proprio questi telefoni a farla da padroni.
Mentre gli altri cellulari consentivano a malapena di telefonare, e inviare MMS che erano il massimo della multimedialità, i BlackBerry davano la possibilità di leggere le mail e di rispondere in modo comodo grazie alle tastiere QWERTY, che consentivano di scrivere in modo molto più agevole rispetto al T9 che ai tempi tutti utilizzavamo.
La possibilità di leggere le mail in mobilità attirò soprattutto il mercato business, dei professionisti che avevano bisogno di essere informati subito delle novità, e questo portò ad un’altissima diffusione un po’ in tutto il mondo di questi telefoni, nati essenzialmente come cercapersone (il primo BlackBarry era un cercapersone, per cui una concezione completamente diversa da altri prodotti che partivano come telefoni o come computer).
Così, visto il crescente interesse, BlackBerrry iniziò a sviluppare una serie di sistemi sempre più utili per gli utenti a cui si rivolgeva, come la possibilità di sfruttare le reti di comunicazioni aziendali. Ma il culmine fu, nel 2005, il lancio di BlackBerry Messenger, che oggi potrebbe essere “letto” come Whatsapp. Ma ai tempi fare da cellulare quello che era possibile solo da computer con MSN (ve lo ricordate?) era pura utopia. E il primo iPhone verrà presentato da Steve Jobs solo due anni dopo rispetto a BlackBerry Messenger.
È abbastanza evidente come a causare il declino di questa casa siano stati i prodotti iOS e Android, che hanno portato una concezione completamente nuova del telefono cellulare mentre BlackBerry è rimasta sempre piuttosto pigra nei suoi aggiornamenti.
I primi telefoni touch sono usciti alla fine del 2008, e il touch si utilizzava male; inoltre, a differenza di iOS e Android dove la tastiera compariva solo in certi momenti, sul BlackBerry si manteneva la tastiera fisica, che riduceva la possibilità di utilizzo dello schermo (e capiamo quanto sia importante per un utente, se pensiamo ai Phablet, come i Galaxy S6 Plus…).
Nonostante BlackBarry proponesse un “App Store” che si chiama BlackBarry World, questo è rimasto sempre particolarmente chiuso qgli sviluppatori, a dispetto dell’apertura che hanno fornito Apple e soprattutto Android, dove si può sviluppare praticamente di tutto; così le varie app di terze parti non ci hanno messo molto a portare su questi sistemi, su tutti i sistemi, applicazioni che consentissero di comunicare cross-piattaforma, mentre le comunicazioni di BlackBerry continuavano ad essere confinate ai dispositivi e agli utenti BlackBerry.
Questo significa che la casa di produzione si è trovata con un sistema operativo buono, ma ormai troppo poco diffuso per attirare gli sviluppatori, nonostante ci abbiano provato; purtroppo gli Android e gli iPhone hanno invaso anche il loro mercato, quello professionale, decretandone l’abbandono da parte di molti utenti.
Questo ha significato il passaggio forse definitivo alla concorrenza, ad Android, in termini di sistemi operativi; si continua a creare l’hardware ma ci si allinea con il software a ciò che è più diffuso, cercando di mantenere alcune delle caratteristiche che hanno fatto grande BlackBerry, come l’altissimo rispetto per la privacy degli utenti.
Questo passaggio è arrivato per primo con il BlackBerry Priv, un dispositivo a tutto schermo ma sempre con la tastiera QWERTY, a scorrimento, forse un po’ troppo costoso per quello che dovrebbe essere un “rilancio” dell’azienda, nonostante le caratteristiche tecniche siano davvero ottime (Processore 1,8 Ghz Exa-Core, 3 GB di RAM, memoria fino a 2 TB, fotocamera di 18 Mpixel…).
Ignoto invece il destino di BlackBarry OS: l’azienda ha detto che il supporto continuerà, ma questo probabilmente si tradurrà solo in aggiornamenti di sistema per i dispositivi che lo hanno già, e non nell’installazione di BlackBarry 10 su nuovi dispositivi, che probabilmente migreranno in massa su Android.
Questo passaggio, vista la storia e l’importanza del BlackBarry sul mercato mobile da circa 15 anni, è una svolta epocale e ci indica chiaramente come ormai il monopolio dei sistemi operativi si stia spostando nettamente verso il binomio iOS-Android, con BlackBerry che scompare, Windows che arranca, Tizen di Samsung limitato al solo mercato indiano al momento.
E ci fa capire anche come, ormai, non ci sia più differenza agli occhi degli utenti per la marca del telefono, mai quanto per le possibilità che il sistema operativo offre agli utenti: in un panorama del genere, infatti, si guarda di più “se il cellulare ha Whatsapp” o “se ci gira Candy Crush” che non, come dicevamo anni fa “Io ho il Nokia 3310” o “Io ho il Siemens”…
Nonostante la tecnologia vada avanti, infatti, si perde sempre di più il connubio hardware-software che era veramente presente anni fa, per andare verso una condizione di “controllo” da parte dei sistemi operativi. Evoluzione che potrebbe continuare in questo senso, portando alla scomparsa di altri (ottimi) sistemi operativi per arrivare, alla fine… Dove?